mercoledì 31 agosto 2011

Il sogno

Picasso, Il sogno, 1932



Prosecuzione ed inizio,
disimpegno e culla,
artificio e piramide,
illusione e cosmo.
Come un veloce disfacimento delle linee
che ci avvolgono, dei monumenti, degli spazi,
delle case, piangono i sensi obliati
e resi nudi; strillano i versi in una navigazione ondosa,
gli spilorci astanti del giorno spirano come naftalina.
Gechi graziosi proiettano vaghi ricordi
su di un palco ammaliante, fradicio, insonorizzato,
ridenti ginestre vibrano, annullano l'irrealtà del tramonto.
Acqua calda, siero, nessun posto, veglia, specchio, lume,
incerottate virtù dissolte bussano al sogno,
chiedono asilo, fuggono dal tormento.
Ardore, le rive della tua anima, se io potessi,
cecità, nebbia, parole, serpi, le sponde di un lago
azzannano spiriti passeggeri, fiere, grida,
rileggo i numeri dei pegni appena trascorsi.
Sancisce il vincitore diurno, spilucca
sensazioni in un irrequieto moto ondoso,
fascicoli avari spezzano le mie risorse, non farlo,
cerca il senso, non obliarti ancora, flusso inesatto
di coscienza, errore inconscio, sarebbe meglio
resettare i nastri.
Finzione.

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