lunedì 14 maggio 2012

Una lettera inedita di Charles Bukowski. Ai cacciatori di streghe.

Pablo Picasso, Les demoiselles d'Avignon, 1907



Caro Hans van den Broek,

Ti ringrazio per la tua lettera che mi informa che uno dei miei libri è stato rimosso dalla Nijmegen Library. E’ accusato di discriminazione contro i neri, gli omosessuali e le donne. E che io tratterei di “sadismo” per il semplice gusto di essere sadici. La cosa che io temo di discriminare sono l’umorismo e la verità. Se scrivo male di neri, omosessuali e donne è  dovuto a com’erano quelli che ho incontrato. Ci sono molti “pessimi esempi” in giro – cani cattivi, censura cattiva, anche “cattivi” maschi bianchi. Solo che quando si scrive di “cattivi” maschi bianchi nessuno si lamenta. Devo forse scrivere che ci sono neri “buoni”, omosessuali “buoni” e donne “buone”? Nel mio lavoro di scrittore mi limito a fotografare a parole ciò che vedo. Se scrivo di “sadismo” è perché esiste, non l’ho inventato io, e se parlo di qualche azione terribile è perché queste cose succedono realmente. Non significa che sono dalla parte del male, se una cosa come il male esiste. Quando scrivo non sempre sono d’accordo con ciò che accade, e non mi vado a ficcare nel fango solo per il gusto di farlo. Inoltre, è curioso che le persone che inveiscono contro il mio lavoro sembrino trascurare quelle parti che parlano di gioia e amore e speranza. E  tali parti esistono. Le mie giornate, i miei anni, la mia vita hanno visto alti e bassi, luci e tenebre. Se scrivessi solo e continuamente di “luce” e non menzionassi mai il resto, come artista sarei  un bugiardo.

La censura è lo strumento di coloro che hanno la necessità di nascondere la realtà a se stessi e agli altri. La loro paura è solo l’incapacità che hanno di affrontare ciò che è reale, e non riesco ad arrabbiarmi con loro. Sento solo questa tristezza spaventosa. Da qualche parte, nella loro educazione, sono stati schermati contro la totalità dei fatti della nostra esistenza. È stato loro insegnato a guardare in un solo modo quando ne esistono molti altri.

Non mi stupisce che uno dei miei libri sia stato preso e rimosso dagli scaffali di una biblioteca locale. In un certo senso, sono onorato di aver scritto qualcosa che ha risvegliato questa gente dalla sua imponderabile profondità. Ma sto male quando il libro di qualcun altro viene censurato, perché quel libro, di solito è un gran libro, di quelli che ne esistono pochi, e nel corso dei secoli è questo il tipo di libro che è spesso diventato un classico, e ciò che si pensava scioccante e immorale è diventato una lettura obbligatoria in molte delle nostre università.

Non sto dicendo che il mio libro appartenga a quest’ultima categoria, ma sto dicendo che di questi tempi, in questo momento in cui ogni momento potrebbe essere l’ultimo per molti di noi, è dannatamente irritante e incredibilmente triste che abbiamo ancora tra noi gente tanto mediocre e amareggiata, cacciatori di streghe e persone che declamano contro la realtà. Eppure, anche questi fanno parte di noi, sono parte del tutto, e se non ho scritto cose su di loro, dovrei forse farlo. Magari qui. E ora basta.

Un augurio che le cose migliorino, tuo

Charles Bukowski

Questa città

René Magritte, La condizione umana, 1935



Arrivai verso la mezzanotte,
rovistando fra le epoche, cercando cuori e città,
con un'apologia di Belmonte in tasca
vanificatrice di urla e angosce isteriche filoanimaliste.
Mi tuffo sorridente nel malgoverno migliore,
del resto la società ha di che farsi perdonare,
lavoro, noia, nucleare, la mafia delle case farmaceutiche;
del resto le affermazioni migliori dimorano nel vizio.
Una città cosi poco storica non ha molto da offrire
cosicché prendo una guida verso il nulla
alla modica cifra di quattro schiaffi ed un cammello,
per guadare il deserto come fosse un fiume.
Giallo paglierino, sudicio deserto della ragione
grida sciocchezze ed ipnotizza snobbismi
con le sue vetrine scoppiano guerre negli occhi degli astanti;
per fortuna brandisco una lingua scaccia inganni.
Mi travolge improvvisamente un'ondata di idealismi
ma non abbiamo l'età per cose disobbedienti
si rema tutta la vita verso la piena maturità
senza mai raggiungerla per poi ritrovarsi senza più denti!
Facce torve senza dimora
afferrano per aria tutte le stelle,
in alto campeggiano solo le insegne degli alberghi
e insieme l'ultimo scoppio assordante della desolazione.
Questa città è morta (e fa morire)
non si posson passare i giorni in casa a sbronzarsi
ma questa città ha speso tutto in sesso e alcool,
persino i preti qui non assolvono più nessuno.
E gli anni '20, che fine hanno fatto?
qui non vedo nulla che non sia nostalgia,
solo cimiteri di anime senza personalità
riempiono la quiete di quest'era.

Questa città è la giovinezza.

sabato 5 maggio 2012

Lo so

Jack Kerouac e Franco Angeli, Deposizione di Cristo, 1966


Lo so che non so scrivere
versi
Ma questo è il mio libro
di righine lattine
Di birra e allora compatiscimi
invisibile
Lettore lasciami pasticciare
anche
Quando ho i postumi & sono senza
idee.


Jack Kerouac