mercoledì 31 agosto 2011

Il sogno

Picasso, Il sogno, 1932



Prosecuzione ed inizio,
disimpegno e culla,
artificio e piramide,
illusione e cosmo.
Come un veloce disfacimento delle linee
che ci avvolgono, dei monumenti, degli spazi,
delle case, piangono i sensi obliati
e resi nudi; strillano i versi in una navigazione ondosa,
gli spilorci astanti del giorno spirano come naftalina.
Gechi graziosi proiettano vaghi ricordi
su di un palco ammaliante, fradicio, insonorizzato,
ridenti ginestre vibrano, annullano l'irrealtà del tramonto.
Acqua calda, siero, nessun posto, veglia, specchio, lume,
incerottate virtù dissolte bussano al sogno,
chiedono asilo, fuggono dal tormento.
Ardore, le rive della tua anima, se io potessi,
cecità, nebbia, parole, serpi, le sponde di un lago
azzannano spiriti passeggeri, fiere, grida,
rileggo i numeri dei pegni appena trascorsi.
Sancisce il vincitore diurno, spilucca
sensazioni in un irrequieto moto ondoso,
fascicoli avari spezzano le mie risorse, non farlo,
cerca il senso, non obliarti ancora, flusso inesatto
di coscienza, errore inconscio, sarebbe meglio
resettare i nastri.
Finzione.

venerdì 19 agosto 2011

Percezione del presente

Rembrandt, Il festino di Baltassar, 1635


E' davvero acqua passata la fuga dai bombardieri tedeschi?
Ad APOLOGIADINTERVENTISMO anche gli angeli dei secoli passati girano i tacchi.
E quell'arco trionfante nei giardini delle città celebra cosa?
Lei ride-
-Malgrado tutto i cieli vibrano ancora di note azzurre
e sovrana tranquillità risuona nelle bocche di quei ragazzi lì in fondo-
Mentre squilla un pensiero infelice si cercano già soluzioni cibernetiche
e i prati sornioni pettinati come collegiali sorridono frastornati.

Rembrandt prepara banchetti a Babilonia
e Golconda prima del risveglio risplende nell'aria coi suoi mille diamanti;
cadendo dalla sedia come le borse occidentali,
scorgo già l'immensa palude dal nome CONTOALLAROVESCIA.
Lei ride-
-Verso ovest ci sono paradisi dai nomi esotici e speranze terse,
leggere brezze esaudiranno i nostri desideri come stelle agostane-
Non cerco profezie e non inseguo le bugie dell'oro,
adoro indossare pinne di squalo come fossero peana spartani.

Sollevo una bomba dal grano;
Lei sorridendo dice-
-E la poesia?
Era meravigliosa, color del cielo, vagheggiava placidi suoni-
E' un'umanità intenta a precipitare,
le veglie notturne ruminano splendidi soli grigi
e i distributori di meraviglie hanno smesso di rendere il resto.
Anche i templi e le loro grandiose rovine hanno cambiato posto,
ora lucidano le loro lapidi al cimitero della Civiltà.

Spesi ore nel rincorrere il tuo freddo fantasma,
dammi il benvenuto,
correrò il rischio di soccombere per la tua lingua addomesticata,
e tu, che con l'incedere di una pantera risplendi al sole come esplosioni,
non rischi forse lo stesso,
morire sotto il peso di questo cielo colmo d'oro ed uranio?

domenica 14 agosto 2011

Viaggio

Picasso, Tre donne sotto un albero, 1907


Miriadi di occhi planano su dinamiche sconosciute,
miriadi di mani sfiorano distrattamente anime e battigie che non carezzeranno più,
miriadi di sensi vibrano di stupore di fronte a qualsivoglia immagine,
e poi,
mulinare ad Amsterdam fra i suoi canali,
vagheggiare Roma e le sue meraviglie,
incrociare fumose congetture a Parigi in agosto,
vagabondare a Praga con Mozart e Kafka,
osservare una foto con madame la Liberteé sullo sfondo,
attraversare ponti e celebrare differenze,
sorseggiare vini e rimanere abbagliati dalla potenza del mare nell' angusto fiordo,
assaporare la meravigliosa e celebre fragranza della libertà in ogni pasto come in ogni tramonto,
predicare anche per un solo attimo abitudini e confessioni che non ci appartengono,
restaurare la dignità d' esser liberi da noiose costrizioni,
disonorare reiteratamente l'ospitalità di casa natale.

Arrivo a Lagos e siedo sugli scalini della chiesa missionaria,
con fare circospetto risalgo piano con gli occhi la mappa boscosa,
dita che rintracciano stormi variopinti e animali da tregenda,
la luce sui rilievi barbuti inneggia soavemente a madre natura,
dieci donzelle arancio sorridono al turista della vita non condizionata,
ingoio gatti spelacchiati e confortanti sorrisi d'avorio,
questa coreografia sembra non aver tempo!

A Lagos mi libero delle mie ali lucenti,
azzurro e verde pulsano nelle vene,
cesto di vimini azzanna pasti miserevoli,
grande nube grigia risplende d' acqua,
palme senza spiaggia presagiscono un grande sciopero di dispensatori d'europa,
mentre smunte vacche profetizzano stagioni incerte.

A Lagos il tempo ha vomitato sprazzi d' umanità e moderne armi europee,
zero grattacieli, fiumi di nere baracche in guaine di polvere,
feste che risuonano in lontananza gettano nelle ortiche america in frac!
Mi chiedo che sapore avranno il regno della foresta violata 
e il sinuoso Jeliba spudoratamente mutilato.

A Lagos ho perso la voglia d'origliare alla porta dei ricchi,
cento bambini inzaccherati ascoltano gli angeli della civiltà,
mentre le automatiche applaudono alla brama dell'oro;
a Lagos ho perso la mia algebra.

venerdì 12 agosto 2011

Paris

                                                                           Monet, Chiesa di Saint-Germain-l'Auxerrois, 1867


    Childcity, Aprilcity,
    Spirits of angels crouched in doorways,
    Poets, worms in Hair, beatiful Baudelaire,
    Artaud, Rimbaud, Apollinaire,
    Look to the nightcity-
    Informers and concierges,
    Montparnassian woe, deathical Notre Dame,
    To the nightcircle look, dome heirloomed,
    Hugo and Zola together entombed,
    Harlequin deathtrap,
    Seine generates ominous mud,
    Eiffel looks down - sees the Apocalyptical ant crawl,
    New Yorkless city,
    City of Germans dead and gone,
    Dollhouse of Mama War.

                                                                                                                       
    Gregory Corso.

giovedì 11 agosto 2011

"Devesi l'Arco ammirare siccome appunto da tutti si ammirano le grandi ossa dei giganti, devesi rivivere con lo stupore e quasi adorare col silenzio. Deve considerarsi che forse questa gran mole non fu mai in tanta venerazione come si è al presente, anzi, ella sarà sempre più venerabile e venerata nei secoli avvenire." Giovanni De Nicastro, 1723

                                                                             
L'arco Traiano di Benevento con l'antico selciato della via Appia. 
Fu inaugurato nel 117 d.c. in  occasione dell'apertura della Via Appia Traiana.
L'arco fu poi inserito durante il medioevo nella cinta muraria della città,
della quale costituì la Porta Aurea. Alto 15,60 metri, con fornice di oltre 8 metri


1760 ca. l'arco era utilizzato ancora come porta cittadina.




1770-1780 ca.


1835, l'arco presenta una copertura lignea. Nel 1850, in occasione di una visita di papa Pio IX, per suo ordine, l'arco venne isolato abbattendo le case che vi erano addossate

mercoledì 10 agosto 2011

Filo spinato

Chagall, La guerra, 1943


Lontano regalo di donna trascina alla mente il ghetto silenzioso;
tenue spirito combattivo evapora fra i lamenti del campo
scrivere di nulla , perdere contro di te
le tue vigorose mani ingiallite spezzano le ossa rotte
mentre corvi pettegoli parlano ai corpi intirizziti.

Belle visioni si mescolano col pensiero di fogli liberati al vento
tenue resistenza francese in guerra accende una sigaretta al mattino pensieroso
fisarmonica zingara, accenti slavi s' accalcano alle porte della fiera
orfani di libertà e di un cordiale benvenuto in un paese d'obbedienza;
le croci guardano misericordiose le vite spezzate dal gelo spinoso
e di orba credenza il mondo s' acceca veloce.

Un libro sull' Africa e sette colpi di pistola bilanciano bene libertà e oppressione
sacchi colmi di sabbia gialla ai lati d' ogni strada celano vivi e morti
pioggia battente sale fino ad agosto
tori morti in strada e bottoni conservati come tesori in tasche polverose
e poi fame e attesa ricacciano indietro America e Russia
ricordo topi far propaganda di rovina, strazi senza tempo, stanze arrugginite sputar sangue;
giace distesa nel fango la vecchia Libertà.

lunedì 8 agosto 2011

C' est la vie

Edvard Munch, Sera sul viale Karl Johan, 1892


Cielo a scacchi nero e viola
espira, inspira, espira, inspira,
quattro automobili tossicchianti esplodono grida metalliche
e la pioggia grigio cenere lecca piano le nostre fronti,
aspetta Dio! aspetta che le nostre gentil donne sorridano al sole ancora!
presto dieci cadillac nere sfileranno piano fino alla chiesa.
Restare muti con occhi segnati,
osservare timidamente le pupille immense di madre natura
glorificare sensi e spargere sangue
e poi svegliarsi e soffiare sulla luna,
mentre piove speranza uccidi speranza.

sabato 6 agosto 2011

Affittare una casa in purgatorio

Claude Monet, Sentiero tra campi di grano a Pourville, 1882



Agenzia di viaggi suggerisce bagni di sole inebrianti e bonificati da stress,
braccia spalancate (con un amore-chimera che gioca via) bramano angeli e violini,
il passato raggrinzisce e dispiega le ali in continuazione durante l'estate,
mortifica il futuro, appesantisce l'anima-tenia,
si disgrega fra le braccia di un angelo dai denti marciti.

Pandemonio di sensazioni galeotte echeggia nel cervello,
e la noia dov'è? è davvero lontana? o era lei in jeans a fumare una sigaretta dietro l'angolo?
una gemma azzurra avanza con un'ascia in un campo di sfingi colorate
mentre deserto di voler fare fugge sotto scorta nell'ombra della chiesa
e lei cosa fa? pardon. chi é?

Voler essere il pasto di una città può sembrar consono all'estate
riemergo e m'inabisso, riemergo e m'inabisso,
e la meraviglia del capitan Tempo è davvero inestimabile;
fuochi s'accendono al calar del sole come se piovessero dal cielo,
scintille che si staccano da luna e stelle e inceneriscono al mattino.

Nelle città turistiche le banalità s'affollano tutt' intorno come mosche sui cadaveri,
sensazione caustica, orgia profetica di fine, addio al Significato, commercio d'anime rapite;
una pubblicità dei ghiacciai della patagonia mi strappa un sorriso,
rovistando fra le dune della spiaggia
trovo una guida alla vita scritta con verbi imperativi!

Risata affannosa sfugge alle labbra spaccate dalla salsedine ,
difetto di visione mi interpella e mi chiede del night più costoso della città,
mentre un inglese o la sua bottiglia canta frasi beneauguranti alla sua regina,
frasi celebri spiccano il volo, inspiegabile buon umore!
un uomo in divisa scaglia un fulmine contro la mascella di un asino.

Regali notturni celano i ronzii scomodi dell'altra faccia della medaglia,
frankestein calpesta membra rinsecchite e strappa via occhi pieni di stupore
libia brucia lontanissima, anche la polvere in europa somiglia allo zucchero a velo,
altrove spesso ha il sapore della morte;
cado in un dolcissimo en-plein di festini alcolici.

La folla è il dessert ideale della morte,
mattinate acerbe strazia-vita contano le dita che mancano,
un attimo rivolgo lo sguardo al totem della vita,
zero attitudine al sacrificio, mille splendenti paia d'occhiali,
mi sorridono invaghiti del mio stravagante fucile color fuxia?

2012

                                                  Goya, saturno che divora i suoi figli, 1819-1823



Duemiladodici: sogno austero prodigo di morte.
Esiste forse un momento, una data, un giorno concepiti dalle angosce dell' orgiastico benessere che possa occultare un' intera civiltà?
E ancora; esiste forse un attimo, un lampo, un sussulto divino (o infernale) che possa lenire l' odio, la fame, lo scempio, il sopruso?
E le maestose e fosche e fragili generazioni indigene d' America avranno avuto ragione di credere nel Dio che fa tremare la terra col suo pesante codazzo di cieca  e sanguinosa fede?
Angusti cervelli e la Psychomachia col suo modello allegorico, limano sicurezze e aumentano la gemebonda devozione del mondo all' eternità del mondo.
La paurosa angoscia del tempo e i vanitosi encomi sul progresso sono facce d' una stessa lisa medaglia; e la teologia e le sue dottrine intrise di predestinazione e grazie ricevute forse rimarranno mera astrazione di fronte al potere smisurato d' un antica divinità della foresta e la sua genuina saggezza, o forse il contrario?
Parole e favole sottratte alle buie gole del tempo s' affollano come gabbiani intorno al loro pasto mentre i fili dei burattinai s' ingarbugliano sopra le nostre teste e poi c'è chi romanticamente ricama ad arte storie composte di pennellate brune come il destino e bianche come la fede che soavemente si intrecciano nel fondo dell' imperscrutabile tempo che scorre.
E' così interessante regalare un' anima alle pietre che l' umanità intera non perde occasione di setacciare tiepidamente le idee, piccole o smisurate che siano, e non v'è nessun male in questo.
Ma uno degli ultimi soli d' estate sta calando oltre il monte scrigno e i suoi luminosi grattacieli d'argilla e piano nel truculento o ammirevole impero d' Occidente avanza ben altro spettro; quello già tangibile e angosciante d' un sorpasso fra civiltà: è questo il duemiladodici, é l' ingresso d'una mirabolante stagione orientale!