mercoledì 23 novembre 2011

Mare d'inverno

Claude Monet, Mare di notte, 1866



Parto nel cuore della notte
con la notte nel cuore
direzione mare d'inverno.
Cibo messicano, pochi nickel
aspettando con impazienza il sole,
scalda-membra impertinente.
Centro un discorso,
spezzando frasi con boccate di sigaretta,
infilando una curva,
infierendo sulla quinta.
Quando il mare sarà libero
dalla sua aria sbarazzina
folla rassicurante
allora si, sarà un bel mare.
Mare d'inverno,
mi fa diventare un santo,
impossibile eguagliare tanta rabbia,
sberle di luce sulle increspature,
parole notturne
s'affacciano al cuore.
Miracolo dell'immaginazione
sbrana noiosa routine
vibra di giallo, verde, nero, blu, riposo.
Solitudine deride città,
prigione affollata scompare zoppicando
giaciglio brinda con la vodka
respiro cieli esatti,
non come la mia generazione.
Bevevamo terrore e mangiavamo isterie
lavoro, sberle, america, chiasso,
mare solitario
apprezza il mio cincin notturno.

lunedì 21 novembre 2011

Poesia come arte che insorge

Lawrence Ferlinghetti, Liberty on earth, 1992




Osa essere un guerrigliero poetico non-violento, un antieroe.
Controlla la tua voce più incontrollata con compassione.
Fai il vino nuovo con gli acini della rabbia.
Ricorda che gli uomini e le donne sono esseri
infinitamente estatici, infinitamente sofferenti.
Solleva i ciechi, spalanca le tue finestre chiuse, solleva il tetto,
svita le serrature delle porte, ma non buttare via i cardini.

Lawrence Ferlinghetti.

sabato 19 novembre 2011

Le ver luisant

Victor Brauner, Le ver luisant, 1933


Questa notte ho sognato il delirio.
Si, il delirio. Ma non quello dionisiaco, demoniaco, schizofrenico!
Ho sognato di dover comporre per soldi,
ho sognato un sacerdote balbuziente far alchimie con le certezze dei fedeli,
ho sognato una lucciola illuminare il cammino delle petroliere,
ho sognato un coro d'artigli svilire la complessità del groviglio della natura.
Ho perso le ali in questo sogno,
ho soltanto pochi spiccioli d'angoscia mescolata sapientemente..
all' alcool.
Cosa scegliere quando un'intera umanità di motori e grattacieli
imbalsama l'estro e la grazia del passato?
Mirare al fasto attraverso decine di gradini foderati di moquette rossa
o sperare in quella strana esistenza condotta a testa bassa?
Asfaltato dal ghiaccio di questa stanza
-brilla fulgida in fiamme una vaporiera nel river Thames-
aspiro a sensazioni che sembrano aquile luminose,
ma prima d'afferrare quel cenno di paradiso
mi inzacchero ancora e ancora fino alle ginocchia.
Non c'è ritmo, manca il cuore
ho afferrato lady k e spendo altre ore a cercare spiegazioni,
ma non sarà che...?
Perdo pezzi, tremo ancora, cerco segnali, spengo luci, dipingo stelle!
Ho sognato il delirio,
forse l'ho vissuto.

giovedì 17 novembre 2011

Della gorgone Medusa dice Ovidio nelle Metamorfosi: "La figlia di Giove si voltò e si coprì con l'egida il casto volto, ma, perché quell' oltraggio non restasse impunito, mutò in luride serpi i capelli della gorgone"

Medusa, Arnold Bocklin, 1878 
Secondo Omero vi era una sola Gorgone, un terrificante mostro femminile; per Esiodo le Gorgoni erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa. La Gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina. Erano la rappresentazione della perversione nelle sue tre forme: Euriale incarnava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale.

"La Medusa degli Uffizi", inizialmente attribuita a Leonardo. Dopo analisi più approfondite
  la tela fu associata ad uno sconosciuto pittore fiammingo; 1600 ca.


Medusa Rondanini, copia romana di un'opera greca raffigurante il primo esempio di gorgone del tipo "bello", un volto femminile dall'espressione composta con ali sulle tempie e due serpenti annodati sotto il mento, molto lontana dal ghigno bestiale con cui veniva raffigurata la gorgone in epoca arcaica. La scultura originale fu realizzata probabilmente da Fidia nel V- IV secolo a.c., periodo in cui la leggenda subisce una modifica, con Perseo che approfitta del sonno di Medusa per tagliarle la testa. Per questo motivo la sua raffigurazione perderà la mostruosità iniziale,divenendo la vittima impotente e bellissima, come reciterà Ovidio nelle Metamorfosi.

Medusa, Franz Von Stuck, 1908
Il quadro ritrae l'uccisione della Gorgone: Perseo aveva avuto in dono da Plutone l'elmo; da Mercurio le ali ai piedi e da Minerva uno scudo lucente, che, mediante il riflesso, gli consentì di sostenere lo sguardo pietrificante di Medusa e quindi di ucciderla. Il motivo della Medusa non è nuovo nei dipinti di von Stuck fin dal 1892, né nella decorazione della sua villa: la porta d' ingresso della villa nella Prinzregentenstrasse ha nel mezzo una stilizzata testa di Medusa con la funzione di buca delle lettere, mentre all'interno, su una parete del vestibolo, troviamo una copia della Medusa Rondanini, ripresa da quella conservata presso la Glipthotek di Monaco.

Medusa, Pieter Paul Rubens, 1618

Perseo con la testa di Medusa, Anonimo, 1600 ca.

Medusa, seconda versione del Caravaggio, 
ispirata dalla prima e commissionata dal cardinal Del Monte per 
Federico I De' Medici. Dipinto ad olio montato su uno scudo di legno.
La Medusa fu un soggetto particolarmente caro ai Medici; datata al 1598


Il volto della guerra, Salvador Dalì, 1940- 41
Una delle opere più drammatiche del suo repertorio immortala il volto della guerra imminente. L'immaginazione dell'artista è mossa dal ricordo della guerra civile spagnola,  ora che incombe minaccioso sul futuro dell'Europa un nuovo conflitto. La stilizzazione della Medusa è la rappresentazione della guerra e quindi della morte.

Medusa, Franz von Stuck, 1892

martedì 8 novembre 2011

Giuseppe Arcimboldo (1526- 1593), di lui ci dice lo storico Paolo Morigia: "... Pittore raro, e in molte altre virtù studioso, e eccellente; e dopo l'aver dato saggio di lui, e del suo valore, così nella pittura come in diverse bizzarrie, non solo nella patria, ma anco fuori, acquistossi gran lode..." Nei primi anni d'attività dà vita alla serie intitolata le Quattro Stagioni


Estate
Autunno


 
Primavera
  
Inverno

Tale bizzarro modo di dipingere, fatto d ritratti burleschi ottenuti combinando oggetti dello stesso genere, in una sorta di trompe- l'oeil, entusiasmò regnanti e contemporanei e gli valse grande successo. La sua seconda serie è la rappresentazione dei Quattro elementi

Terra
Aria
Fuoco
    
Acqua

La riscoperta della produzione artistica dell' Arcimboldo avvenne soltanto nel XX secolo con l'avvento della pittura surrealista. Ma il suo intento ludico, si trasforma, nello sguardo dell'uomo contemporaneo, in profonda inquietudine, trasmessa da quel gusto del mostruoso, del grottesco, che ritroviamo nelle Wunderkammer cinquecentesche

                                  
                                                 Autoritratto
Il cuoco
Il bibliotecario


L'ortolano

Rodolfo II in veste di Vertumno,
divinità etrusca che presiede alla maturazione dei frutti.