domenica 18 dicembre 2011

Non c'è spazio per la verità

Henri Matisse, Viso, 1949


Quest' ira non-epica non-eroica
esplode a rate al mattino
come nubi incerte e i loro tuoni
alla sera turgida passione
spinge via riverenza.
Vidi nella nebbia la figura
astratta e nebulosa della vanità
come un pianto dirotto
soffiare inquietudine
sul suo viso liscio, breve, eterno.
Arso dalla musica
spettro insaziabile
ripeto cento parole cruente
un pugno o un ellettroshock
un morso alle calcagna
in un foglio di quaderno
pieno di spazi vuoti e marchette.
Il jazz estenuante relax
lo yoga muscolare rotondità
angoli sparsi per le stanze
attenti al toro elettronico
pigiare sul freno
indaco, atipico
abbarbicato sul costone
della malinconia ignominiosa.
E piena d'argomenti
sesso, gometrie, mani,
invadi il campo mordace
martirio, delirio audace
i sogni più scuri
bussano al suonato jukebox
che è nella mia testa!
Colori e sapori
bruschi, radiosi, afosi
con la nostra poesia demente
tirar la volata
ad una società non pensante- amante
d'invidia, aforismi e finzione
adesso aspetta per l'ardore
prima è tempo di fingersi
maschere d'un gran carnevale.

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